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sabato 29 maggio 2010

venerdì 21 maggio 2010

Il Territorio

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La Sicilia è la maggiore isola del Mediterraneo ed è la regione più meridionale e più estesa d'Italia. Lo Stretto di Messina, largo meno di 3 chilometri, la separa dall'Italia peninsulare e il Canale di Sicilia dall'Africa, da cui dista solo140 chilometri.

La Sicilia una regione per il 61,4% del territorio è collinare, mentre quasi per il 25% è montuosa e per il restante è pianeggiante, dove la più grande pianura della Sicilia la troviamo in provincia di Catania.

Il rilievo è vario, nella Sicilia orientale sono presenti i monti Peloritani, Nebrodi e Madonie, proprio in quest’ultimo Si trova la seconda vetta più alta dell'isola: il pizzo Carbonara con 1977 metri. Al centro della Sicilia sono presenti i monti Erei su cui si trova, a 948 metri di altezza, la città di Enna; mentre nella fascia sud-orientale i monti Iblei si trovano tra la provincia ragusana e quella siracusana

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I fiumi siciliani sono tutti di portata ed estensione limitate, spesso di carattere torrentizio.

Gli unici corsi d'acqua che raggiungono delle dimensioni accettabili sono l'Imera Meridionale, il più lungo dell'isola, e il Simeto, quello con il bacino idrografico più ampio e indispensabile per industriali e civili.

Per quanto riguarda i laghi naturali, tranne per il Lago di Pergusa,di origine paleovulcanica la Sicilia ne è essenzialmente priva essendo stato prosciugato, alcuni decenni fa, il Lago di Lentini.

Ad ovest sorgono altri monti dall'altezza variabile, come i Sicani, la cui cima più alta è il monte Cammarata di 1.580 metri.

La Sicilia è una regione a statuto speciale, vivono oltre cinque milioni di persone. Palermo è il capoluogo e la quinta città italiana; sono molto popolose anche le città Catania e Messina.

L'isola ha forma pressappoco triangolare con i due lati lunghi che si sporgono sui Mar Tirreno a nord e sul Canale di Sicilia a sud, ed il lato corto che si affaccia sul Mar lonio ad est.

Dall’occupazione musulmana, l'isola viene divisa in tre grandi valli: la Val di Mazara a ovest. la Val Demone a nord-est e la Val di Noto a sud-est. Il Monte Etna (3323 metri), uno dei più grandi vulcani attivi del mondo, si erge nella parte nord-orientale dell'isola ed è di gran lunga il monte siciliano più elevato.

Geologicamente, il versante nord appartiene alla identica placca tettonica della penisola italiana (la placca eurasiatica), mentre il versante sud la placca di appartenenza è quella africana; lo movimento della placca africana che si immerge sotto quella euroasiatica ha portato alla creazione dei rilievi montuosi della regione, nonché l’attività di abituali attività sismiche sia di origine vulcanica che tettonica.

Un fenomeno geologico particolare è il vulcanesimo sedimentario delle Macalube, in provincia di Agrigento.

Questo raro fenomeno ha creato la cosiddetta collina dei Vulcanelli, un'area brulla, di colore dal biancastro al grigio, con una serie di vulcanelli di fango, alti intorno al metro.

LE iSOLE

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La Sicilia comprende nel suo territorio molte isole minori: le Lipari o Eolie ed Ustica al largo della costa nord nel Mar Tirreno, le Egadi ad occidente a vicino dalla costa trapanese, Pantelleria e le Pelagie a Sud nel canale di Sicilia.

Le isole Pelagie sono le più lontane dalle coste siciliane e fanno parte della provincia di Agrigento. Oltre a Lampedusa (isola principale dell'arcipelago ad oltre 200 km dalla Sicilia), vi sono lo scoglio di Lampione e la piccola Linosa.Ad est si erge, visibile dallo Stretto di Messina, nonché dalla cima calabrese dell'Aspromonte, la cima innevata dell'Etna, alto 3.323 metri. Con le sue frequenti eruzioni , l'Etna ha ricoperto il territorio circostante della sua nera. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, però, la vicina piana di Catania, una delle province della regione, che sorge lungo il litorale, non è di origine vulcanica, bensì di origine alluvionale, essendo stata creata dai detriti trasportati nei secoli dal fiume Simeto.

Clima

Image and video hosting by TinyPicIl clima della Sicilia è mediterraneo, con estati calde ed inverni miti. Sulle coste, soprattutto quella sud-occidentale, il clima risente maggiormente delle correnti africane e si verificano estati torride. Generalmente l'estate siciliana è calda e scarsamente piovosa, secca e ventilata, soprattutto nelle zone interne dove gli indici di umidità sono bassissimi. Più umide, ma in genere non afose, le zone lungo le coste che inoltre sono beneficate anche del regime delle brezze marittime e in generale da una frequente ventilazione. Le zone interne, i rilievi del Tirreno e l'Etna sono le zone più fredde e nevose dell'isola. Sui rilievi più alti dell'isola (Etna, Madonie, Nebrodi) la neve cade abbondantemente
Considerando solo le grandi città costiere dell'isola si scopre che
Palermo è quella che più frequentemente può essere leggermente imbiancata da un breve strato di neve, Messina è la città più piovosa mentre Catania può registrare, grazie alla presenza della piana più grande dell'isola, le temperature più basse e più alte.
I capoluoghi montani dell'isola,
Ragusa, Caltanissetta ed Enna, ricevono

apporti nevosi ogni inverno o quasi.
Le piogge sono più scarse nelle zone interne e lungo le coste meridionali mentre si presentano più abbondanti sulle coste tirreniche e soprattutto sul messinese e l'etneo. La neve sulle coste è rara e più frequente su quelle tirreniche. In casi eccezionali si sono verificate nevicate a
Lampedusa (febbraio 1942 e lievemente nel febbraio 1956) e Pantelleria (gennaio 1905, febbraio 1956 e gennaio 1981 e lievemente nel marzo 1949, gennaio 1979 e gennaio 1999). La Sicilia orientale, dal messinese al siracusano, è spesso interessata da fenomeni alluvionali e violenti nubifragi. Il 17 ottobre del 1951 una stazione meteorologica vicino Lentini (tra Siracusa e Catania) registrò 702mm di pioggia, uno degli accumuli giornalieri più alti d'Italia. Quello stesso giorno una stazione di Catania totalizzò 499mm.
Soprattutto nelle stagioni intermedie non è raro che spiri lo
scirocco, il vento proveniente dal Sahara, ma è in estate che questo vento può far schizzare le temperature minime sopra i 30° e le massime oltre i 45° (il record italiano di temperatura più alta è siciliano ed è detenuto dalla cittadina di Catenanuova dove il 10 agosto del 1999 si toccarono i 48,5°).
Secondo un luogo comune la piovosità siciliana è scarsa ma questo è vero solo in alcune aree più ristrette della regione come le coste meridionali e alcune zone interne in ombra pluviometrica. Il resto dell'isola ha una piovosità più o meno in media con le altre zone d'
Italia e in molti casi anche sopra la media pluviometrica nazionale. Addirittura alcune zone dell'etneo e del messinese sono tra le più piovose d'Italia con medie pluviometriche stimabili oltre i 1300mm. Il problema pluviometrico reale dell'isola è che nel periodo estivo le precipitazioni diventano scarse, in alcuni anni del tutto assenti e comunque la distribuzione delle piogge è estremamente irregolare nel tempo e nello spazio. Tale andamento pluviometrico si ripercuote sull'approvvigionamento idrico, che si rivela deficitaria in alcune province dove sono frequenti le crisi idriche. Questa tabella riassume i dati raccolti dalle tre stazioni meteorologiche presenti in Sicilia

Cultura

Le tradizioni popolari, insieme alla cultura millenaria e all'uso della lingua siciliana, sono tuttora vive, più nei paesi che nelle città. Queste tradizioni, tanto particolari quanto pittoresche, unite al carattere, al mito e all'approccio alla vita del Siciliano ha creato nel corso dei secoli uno stereotipo che è stato tradotto in parole dal termine sicilianità.
Già
Cicerone marchiava i siciliani come «gente acuta e sospettosa, nata per le controversie». Ancora oggi molti autori hanno individuato un tratto comune al comportamento dei siciliani, ovviamente soggettivo, ma probabilmente non del tutto falso. Sono molti gli altri aspetti caratteristici dei siciliani: il senso alto della famiglia e dell'onore, il rispetto per la donna e per la femminilità, ma anche l'attaccamento alla propria terra, la teatralità dei gesti e degli atti, il senso dell'accoglienza, la diffidenza,ecc...Tutto ciò ha fatto sì che alcuni studiosi considerassero il popolo siciliano come un'etnia a parte, tenendo in considerazione la cultura e gli aspetti della vita quotidiana tanto diversi dal resto d'Italia.
La famiglia siciliana forma di solito un gruppo molto allargato che include anche i cugini più lontani, ma raramente essa è chiusa su se stessa. È molto diffusa l'abitudine di fare grandi tavolate per pranzo o per cena, soprattutto d'estate. Gli orari sono spostati un po' più avanti rispetto al nord, arrivando a pranzare anche alle due di pomeriggio e cenare verso le nove-dieci nella bella stagione. Si tende a trattenersi
un po' di più a Image and video hosting by TinyPictavola anche dopo avere consumato la cena.
Gesualdo Bufalino definiva la Sicilia la terra della "luce e del lutto", un luogo di contraddizioni di estremi che si uniscono: così nell'immaginario il siciliano appare come un uomo solare e accogliente ma anche losco e sospettoso, convinto che il suo modo d'essere sia il migliore e il più giusto. Con questi contenuti Tomasi di Lampedusa dichiarava nel suo famoso romanzo Il Gattopardo che in "Sicilia tutto cambia affinché nulla cambi", perché sono gli stessi siciliani a ricercare il cambiamento ma nello stesso tempo a frenarlo, timorosi che esso possa spodestare le secolari abitudini e i privilegi acquisiti.
Una terra e un luogo antropologicamente complesso e nello stesso tempo affascinante da scoprire: nel cinema, nella letteratura e nelle arti in genere. Il senso a volte tragico del
destino e ma anche dell'orgoglioso attaccamento alla propria terra e alle proprie radici è testimoniato anche nella letteratura. Notevole è il ritratto lasciatoci da Giovanni Verga, capofila del verismo, nel cosiddetto Ciclo dei vinti, raccolta che include I Malavoglia. Mentre al culto della "roba", il bene materiale ricavato dalla terra e dal lavoro si deve adeguare anche il senso pur così sacro della famiglia, i personaggi che vogliono cambiare il mondo vengono puniti dalla mala sorte che li obbliga a tornare al punto di partenza, alla loro terra e alle loro radici.
L'intraprendenza commerciale dei Malavoglia, colpevoli di volersi allontanare dal proprio paese, è punita col naufragio della barca che trasporta il carico di lupini, e ciò li condanna a una povertà ancora maggiore di quella da cui cercavano di fuggire.
Mastro Don Gesualdo diventa sì un famoso imprenditore edile dal nulla ma non arriva a godersi il frutto del suo lavoro che alla fine va in eredità ai parenti. Riflessione amara del Verga sulla vita: anche lui, una volta raggiunto il benessere, si rifugerà dal Nord nella sua amata Catania dove, disincantato dalla vita, passerà i suoi ultimi anni.
Singolarità d'atteggiamenti si riscontrano, in altri siciliani:
Mario Rapisardi e Giuseppe Aurelio Costanzo, poeti colpevoli, secondo la critica di Benedetto Croce, per aver trasformato il poema in "saggio sociologico”. Nei poemi, i due poeti, la denuncia che fanno non è fine a se stessa ma si congiunge a grandi ideali: giustizia sociale, necessità di cambiamento, ribellione contro un ordine sociale ingiusto, che simbolicamente rappresenta la classe degli umili e degli oppressi che nell'opera degli altri scrittori siciliani è solo capace di rinunce.
Feste religiose
Le feste religiose cattoliche rivestono una grande importanza all'interno del
folklore siciliano. La festa di Santa Rosalia a Palermo, quella di Sant'Agata a Catania, quella della Madonna della Lettera a Messina, quella della Settimana Santa a Caltanissetta, quella di Santa Lucia a Siracusa, quella di San Giorgio a Ragusa Ibla e le processioni del Venerdì Santo a Enna, la processione vivente della passione a Marsala, e la processione dei Misteri a Trapani.
Altre feste importanti sono:
la
festa di Sant'Alfio a Lentini
la
festa di San Sebastiano di Acireale
la
festa di San Giacomo a Caltagirone
la
festa della Madonna della Visitazione a Enna
la
festa di San Giuseppe a Santa Maria di Licodia
la
Festa di San Calogero ad Agrigento
la
festa del Santissimo Salvatore della Trasfigurazione a Cefalù
Image and video hosting by TinyPicFeste laiche
Il
Carnevale è festeggiato in Sicilia con manifestazioni tra le più belle e caratteristiche a livello nazionale al punto da partecipare anche al Carnevale di Viareggio; particolarmente note sono quelle di Paternò, Valderice, Acireale, Misterbianco, Sciacca, Termini Imerese ed il carnevale di Regalbuto, alte espressioni di folklore popolare e di spensieratezza.

Piatti e Dolci tipici

La cucina siciliana fa parte di una cultura gastronomica regionale complessa ed articolata, che mostra tracce e contributi di tutte le culture che si sono stabilite in Sicilia negli ultimi due millenni. Dalle abitudini alimentari della Magna Grecia alle prelibatezze dei "Monsù" delle grandi cucine nobiliari, passando dai dolci arabi e dalle frattaglie alla maniera ebraica... tutto contribuisce a rendere varia la cucina siciliana.
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Cannoli siciliani.
La lista dei prodotti tipici è lunghissima. Ogni provincia (e, in molti casi, ogni comune) ha una sua specialità e anche i nomi degli stessi alimenti variano di zona in zona. È universalmente conosciuta la
granita siciliana come prodotto comune a quasi tutte le province e pregiato nelle zone di Messina e Acireale. Meno conosciute sono altre due bevande dall'aspetto di latte: l'orzata (dolce) e il latte di mandorla (dolce-amaro). Tra i prodotti salati, sono molto diffusi prodotti presentati nella cosiddetta tavola calda, con gli arancini (o arancine) come punta di diamante di questa categoria. Tipiche del palermitano sono le panelle, le crocchè (crocchette di patate) ed il pani cà meusa (pane con la milza). Del messinese invece i rustici e la focaccia. Ci sono poi molti piatti legati alle melanzane, come la caponata, la parmigiana e la pasta alla norma, i scacci, focacce di grano duro con ripieno a base di prezzemolo, oppure cavolfiori o pomodori, vere e proprie torte salate. Anche il pesce, in molte varietà, è un alimento importante della cucina siciliana e in questo settore molto famoso è il pesce stocco alla messinese. Tipico del trapanese è il cuscus piatto principale della tradizione gastronomica del sud del Mediterraneo, ma contrariamente al resto dei paesi del Maghreb, dove invece è di solito a base di carne, è preparato con il pesce. Tra i dolci tipici della regione non sono da dimenticare i Cannoli e la Cassata.Image and video hosting by TinyPic